teatro del canovaccio

Tartufo di Moliere

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eliana8
view post Posted on 10/12/2008, 20:46




Con il Tartufo di Moliere si è aperta la stagione ufficiale del Teatro del Canovaccio. Regia di Elio Gimbo con Piero Sammataro.

Ecco uno degli articoli:

UN TARTUFO PREGIATO, GUSTOSAMENTE IMPOSTORE

Successo per lo spettacolo “Il Tartufo” di Molière che ha dato un via eccellente alla stagione del Teatro del Canovaccio. E’ Elio Gimbo a mettere in scena questa originale rappresentazione, una regia geniale che “ricama” sulla pièce atmosfere swing, le migliori di tutti i tempi. E proprio di tempi si parla…i nostri, che non sono certo dei migliori, dove di impostori come Tartufo ne troviamo molti, anche troppi… Siamo in casa di Orgone: i membri di questa strana famiglia sono in scompiglio, è un incipit che introduce una figura “scomoda” in casa. È così che cominciamo a scoprire i caratteri di un impostore entrato nel cuore del padrone di casa, ingenuo e dalla “fiducia malata” (interpretato da una presenza d’eccezione: Piero Sammataro, che con la sua magistrale esperienza ha dato un tocco sopraffine alla commedia). Orgone crede che Tartufo (Giuseppe Calaciura) sia un santo, un dono di Dio che merita amore più di moglie e figli… è su questo generale malcontento che si svolge la commedia: la figlia “precisina e diligente” Marianna (Sabrina Tellico) , pur essendo innamorata di Valerio (G. Latina), viene promessa dal padre al prediletto Tartufo. Lo stesso, perfido, cerca di sedurre la moglie di Orgone (interpretata da un’avvenente e abilissima Maria Grazia Cavallaro). Insomma il personaggio “va stretto” a tutti: al figlio irascibile e violento (Salvo Musumeci dall’espressività esilarante), al cognato Cleante (elegante recitazione di Saro Pizzuto), alla vecchia nonna bigotta(Fiorenza Barbagallo), ma soprattutto alla cameriera Dorina (Eliana Esposito) “amorevole impicciona” della famiglia. D’obbligo l’happy end a cui si arriva grazie alla “fede in Dio e amicizia di un procuratore”, ma quando il sipario sembra congedare lo spettatore, ecco che arriva un’arguta sorpresa della regia… Parliamo di impostori? Gente che con ideologie e sofismi riesce ad approfittarsi di chiunque abbindoli…si, impostori. Sulle musiche degli Abba gli attori ci mostrano degli altissimi esempi di grandi e noti “Tartufi mondiali” in un modo geniale, eclatante. Ottima pièce dunque, bravi tutti gli attori (da menzionare anche G. Arena e D.scalia), ma una nota di merito in più va a Giuseppe Calaciura che ha saputo calarsi straordinariamente nei panni di Tartufo, dotato di una stupefacente capacità di incarnare la perfidia perversa del personaggio. Sulla stessa scia di talento troviamo la brillante Eliana Esposito con la sua coinvolgente espressività. “Il Tartufo” è un titolo quanto mai indicativo per il gradimento di questo spettacolo: raro e pregiato.

Scritto da Maria Chiara Caramagno
lunedì 24 novembre 2008


Ecco il link diretto all'articolo: clicca qui

Edited by eliana8 - 10/12/2008, 21:40
 
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eliana8
view post Posted on 10/12/2008, 21:28




Ecco l'articolo di Benedetta Motta e Gianluca Nicotra di StepOne:

UN TARTUFO NELLA TERRA DEI CANNOLI

La stagione teatrale 2008/09 del Canovaccio di Catania si apre col botto. In scena la pièce in due atti di Molière, in una trasposizione, curata dall’attenta regia di Elio Gimbo, che non dimentica la realtà di oggi

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Ipocrisia, ingenuità ed ambizione vengono messi in scena sin dall’inizio dello spettacolo con l’ilarità dello sfondo resa da pannelli elettorali grotteschi. Vera protagonista è l’antitesi che vede contrapposti i due padroni del palco: Tartufo (un camaleontico Giuseppe Calaciura), ospite di una famiglia benestante, e il magistrato Orgone (il sempreverde Piero Sammataro), suo benefattore, padrone di casa che con tanto zelo si prende cura di lui. Il primo, che trucco e vestiario rendono una via di mezzo tra Renato Zero e Severus Piton, bramoso di poter un giorno possedere tutti i beni della famiglia, agisce con circospezione, scruta, ascolta, si insinua nella casa fino a piantar radici, riuscendo nel suo intento: farsi designare dall’ingenuo Orgone come suo erede universale, escludendo dal testamento i suoi due figli.

A far da cornice a questa eterna opposizione sono gli altri abitanti della casa, che partecipano continuamente alle azioni, si informano, ascoltano e indagano, senza comprendere l’atteggiamento dell’imprudente capofamiglia. Ma in realtà non possono fare molto altro, dato che il volere del padrone di casa non può essere discusso, addirittura neanche davanti all’evidenza dei fatti! Così né la moglie Elmira (Maria Grazia Cavallaro in tutto il suo fascino), né il fidato cognato Cleante (Saro Pizzuto), neppure il figlio Damis (Salvo Musumeci) - bizzarro tanto nel modo di parlare, quanto nel modo di vestire -, né tanto meno la cameriera impicciona, Dorina, riusciranno a far cambiare idea al credulone e testardo signore. La domestica - una divertentissima Eliana Esposito, però, per lo meno avrà il merito di dissuadere la figlia di Orgone, Marianna (Sabrina Tellico), ad esaudire le volontà del padre e sposare proprio lo scaltro Tartufo. Alla fine, comunque, la giustizia trionferà, anche con un po’ di fortuna ed un piccolo aiuto da parte del procuratore generale, testimone dell’atto di eredità e soprattutto grande amico del magistrato, che acconsentirà all’annullamento dell’avventata manifestazione di volontà, riportando tutto alla normalità.

“E tutto è bene quel che finisce bene” ma il lieto fine è tuttavia velato da un’amara e realistica constatazione che l’attento regista catanese vuole aggiungere a conclusione della sua versione della pièce. Il suo è un tentativo di dare visivamente ed immediatamente risposta ad un quesito sulla figura del tartufo che sembra restare aperto nell’opera francese. E lo fa con una sottile ironia, con un ballo di gruppo, che ricorda le antiche danze seicentesche e sulle note di Dancing Queen e Tra palco e realtà di Ligabue: ogni attore si muove a ritmi cadenzati, mostrando il poster di personaggi storici e attuali noti a tutti (Mussolini, Hitler, Berlusconi, Bush, Bin Laden tra questi), senza tralasciare alcun riferimento alla realtà locale, come sembrano voler suggerire i cannoli offerti in sala e gustati in scena.

Insomma, si manifesta il volto di alcuni degli innumerevoli “tartufi” che hanno scritto e continuano a scrivere - ahinoi - importanti pagine della nostra storia.


di Gianluca Nicotra e Benedetta Motta | 04/12/2008

Ecco il link diretto all'articolo: clicca qui qui![/URL]
 
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eliana8
view post Posted on 11/12/2008, 01:13




In effetti i cannoli avevano un significato ben preciso... chi ci arriva?
 
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eliana8
view post Posted on 29/6/2009, 01:07




Vi do un suggerimento:

 
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3 replies since 10/12/2008, 20:46   1076 views
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