teatro del canovaccio

William Shakespeare e Ron a confronto

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eliana8
view post Posted on 1/3/2009, 00:58




Vi ricordate la canzone "Vorrei incontrarti tra cent'anni" con la quale Ron vinse assieme a Tosca il Festival di Sanremo? Forse, però, non tutti sanno che parte delle parole di quella canzone furono rubate a William Shakespeare e che Ron fu accusato di plagio. Io, francamente non credo che Ron possa accusarsi davvero di plagio perché la sua canzone non è interamente copiata. Quello che trovo veramente grave, da parte sua, è il non rivelarne la fonte. Non è una colpa "citare", anzi io amo le citazioni, soprattutto le citazioni di personaggi della grandezza di Shakespeare. Una citazione importante è solo un valore aggiunto, va dichiarata, va URLATA al mondo intero! C'è perfino del merito nel fare rivivere le parole di un grande! Perché non dichiararlo?

Bene, io vi riporto fedelmente sia le parole del testo di Ron (...di Ron, si fa per dire!), sia i tre sonetti di Shakespeare ai quali Ron si ispirò (...si ispirò, si fa per dire!)... a voi trarre le conclusioni...


VORREI INCONTRARTI TRA CENT'ANNI

Vorrei incontrarti fra cent' anni
tu pensa al mondo fra cent' anni
ritrovero' i tuoi occhi neri
tra milioni di occhi neri
saran belli piu' di ieri
vorrei incontrarti fra cent' anni
rosa rossa tra le mie mani
dolce profumo nelle notti
abbracciata al mio cuscino
staro' sveglio per guardarti
nella luce del mattino
uoh questo amore
piu' ci consuma
piu' ci avvicina
uoh questo amore
e' un faro che brilla
eh eh eh
vorrei incontrarti fra cent' anni
combattero' dalla tua parte
perche' tale e' il mio amore
che per il tuo bene
sopporterei ogni male
vorrei incontrarti fra cent' anni
come un gabbiano volero'
saro' felice in mezzo al vento
perche' amo e sono amato
da te che non puoi cancellarmi
e cancellarti non posso (io voglio)
amarti voglio averti
e dirti quel che sento
abbandonare la mia anima
chiusa dentro nel tuo petto
chiudi gli occhi dolcemente
e non ti preoccupare (poi)
entra nel mio cuore
e lasciati andare
oh questo amore
piu' ci consuma
piu' ci avvicina
oh questo amore
e' un faro che brilla
in mezzo alla tempesta
oh
in mezzo alla tempesta
senza aver paura mai
vorrei incontrarti fra cent' anni
tu pensa al mondo fra cent' anni
ritrovero' i tuoi occhi neri
tra milioni di occhi neri
saran belli piu' di ieri

(Ron... si fa per dire!)

___________________________

LASCIA CHE QUELLI…

Lascia che quelli che sono protetti dagli astri
Si vantino di pubblici onori e titoli superbi,
mentre io che gli astri escludono da tali trionfi,
godo in disparte di ciò che più adoro;

I favoriti dei principi esibiscono i loro petali
Come calendule che li volgono sempre al sole,
ma dentro di loro si seppellisce il loro splendore
quando splendidi muoiono ad un semplice accigliarsi.

L’affaticato eroe celebre per la sua possanza,
sconfitto una volta dopo mille vittorie,
è presto cancellato dal libro d’onore
e si dimentica quello per cui ha combattuto.

E dunque felice me che amo e sono amato
Da chi non posso cancellare e cancellarmi non può.

(W. Shakespeare)

____________________________

SONETTO LXXXVIII - QUANDO DECIDERAI…

Quando deciderai che io valgo ben poco
E guarderai con disprezzo cio’ che io sono,
Combettero’ dalla tua parte, contro me stesso,
E diro’ che hai ragione, anche se mi tradisci:
Ben conoscendo la mia debolezza,
Posso imbastire a tuo favore una storia
Di colpe segrete di cui sarei macchiato,
Cosicche’ nel perdermi tu risulti l’onesto:
In tal modo saro’ anch’io vincitore:
Volgendo a tuo favore ogni amoroso pensiero
Mi infliggero’ da me quelle ferite
Che ti fanno piacere – e quindi mi piacion due volte.
Tale e’ mio amore, cosi’ tanto ti appartengo,
Che per il tuo bene mi accollero’ ogni male.

(W. Shakespeare)

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SONETTO 109

Non dire mai che il mio cuore ti è stato infedele
Sebbene la lontananza sembrasse attenuare la mia fiamma:
Potrei forse allontanarmi da me stesso? No, come non potrei
Abbandonare la mia anima che è chiusa nel tuo petto:

Quella è la casa del mio amore. Se ho vagato,
Come ogni viaggiatore alla fine torno a casa,
Giusto in tempo, dal tempo non cambiato,
Porto l’acqua nella fedeltà per lavare le sozzure del viaggio.

Non credere – benchè nella mia natura regni
La fragilità che assedia ogni tipo di sangue –
Che io possa stupidamente insozzare quell’acqua,
Che io lasci per un nulla la tua ricchezza di bontà:

Perchè nulla è per me l’intero l’universo…
Tranne te, mia Rosa: nell’universo sei tu il mio tutto.

(W. Shakespeare)



Edited by eliana8 - 21/9/2009, 14:22
 
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Linx
view post Posted on 27/7/2013, 13:43




Non solo ha rubato da Shakespeare, ma ha anche copiato l'intro musicale dalla ben più famosa "More than Words" degli Extreme,datata 1990.
 
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1 replies since 1/3/2009, 00:58   15758 views
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