| Vi ricordate la canzone "Vorrei incontrarti tra cent'anni" con la quale Ron vinse assieme a Tosca il Festival di Sanremo? Forse, però, non tutti sanno che parte delle parole di quella canzone furono rubate a William Shakespeare e che Ron fu accusato di plagio. Io, francamente non credo che Ron possa accusarsi davvero di plagio perché la sua canzone non è interamente copiata. Quello che trovo veramente grave, da parte sua, è il non rivelarne la fonte. Non è una colpa "citare", anzi io amo le citazioni, soprattutto le citazioni di personaggi della grandezza di Shakespeare. Una citazione importante è solo un valore aggiunto, va dichiarata, va URLATA al mondo intero! C'è perfino del merito nel fare rivivere le parole di un grande! Perché non dichiararlo?
Bene, io vi riporto fedelmente sia le parole del testo di Ron (...di Ron, si fa per dire!), sia i tre sonetti di Shakespeare ai quali Ron si ispirò (...si ispirò, si fa per dire!)... a voi trarre le conclusioni...
VORREI INCONTRARTI TRA CENT'ANNI
Vorrei incontrarti fra cent' anni tu pensa al mondo fra cent' anni ritrovero' i tuoi occhi neri tra milioni di occhi neri saran belli piu' di ieri vorrei incontrarti fra cent' anni rosa rossa tra le mie mani dolce profumo nelle notti abbracciata al mio cuscino staro' sveglio per guardarti nella luce del mattino uoh questo amore piu' ci consuma piu' ci avvicina uoh questo amore e' un faro che brilla eh eh eh vorrei incontrarti fra cent' anni combattero' dalla tua parte perche' tale e' il mio amore che per il tuo bene sopporterei ogni male vorrei incontrarti fra cent' anni come un gabbiano volero' saro' felice in mezzo al vento perche' amo e sono amato da te che non puoi cancellarmi e cancellarti non posso (io voglio) amarti voglio averti e dirti quel che sento abbandonare la mia anima chiusa dentro nel tuo petto chiudi gli occhi dolcemente e non ti preoccupare (poi) entra nel mio cuore e lasciati andare oh questo amore piu' ci consuma piu' ci avvicina oh questo amore e' un faro che brilla in mezzo alla tempesta oh in mezzo alla tempesta senza aver paura mai vorrei incontrarti fra cent' anni tu pensa al mondo fra cent' anni ritrovero' i tuoi occhi neri tra milioni di occhi neri saran belli piu' di ieri
(Ron... si fa per dire!)
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LASCIA CHE QUELLI…
Lascia che quelli che sono protetti dagli astri Si vantino di pubblici onori e titoli superbi, mentre io che gli astri escludono da tali trionfi, godo in disparte di ciò che più adoro;
I favoriti dei principi esibiscono i loro petali Come calendule che li volgono sempre al sole, ma dentro di loro si seppellisce il loro splendore quando splendidi muoiono ad un semplice accigliarsi.
L’affaticato eroe celebre per la sua possanza, sconfitto una volta dopo mille vittorie, è presto cancellato dal libro d’onore e si dimentica quello per cui ha combattuto.
E dunque felice me che amo e sono amato Da chi non posso cancellare e cancellarmi non può.
(W. Shakespeare)
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SONETTO LXXXVIII - QUANDO DECIDERAI…
Quando deciderai che io valgo ben poco E guarderai con disprezzo cio’ che io sono, Combettero’ dalla tua parte, contro me stesso, E diro’ che hai ragione, anche se mi tradisci: Ben conoscendo la mia debolezza, Posso imbastire a tuo favore una storia Di colpe segrete di cui sarei macchiato, Cosicche’ nel perdermi tu risulti l’onesto: In tal modo saro’ anch’io vincitore: Volgendo a tuo favore ogni amoroso pensiero Mi infliggero’ da me quelle ferite Che ti fanno piacere – e quindi mi piacion due volte. Tale e’ mio amore, cosi’ tanto ti appartengo, Che per il tuo bene mi accollero’ ogni male.
(W. Shakespeare)
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SONETTO 109
Non dire mai che il mio cuore ti è stato infedele Sebbene la lontananza sembrasse attenuare la mia fiamma: Potrei forse allontanarmi da me stesso? No, come non potrei Abbandonare la mia anima che è chiusa nel tuo petto:
Quella è la casa del mio amore. Se ho vagato, Come ogni viaggiatore alla fine torno a casa, Giusto in tempo, dal tempo non cambiato, Porto l’acqua nella fedeltà per lavare le sozzure del viaggio.
Non credere – benchè nella mia natura regni La fragilità che assedia ogni tipo di sangue – Che io possa stupidamente insozzare quell’acqua, Che io lasci per un nulla la tua ricchezza di bontà:
Perchè nulla è per me l’intero l’universo… Tranne te, mia Rosa: nell’universo sei tu il mio tutto.
(W. Shakespeare)
Edited by eliana8 - 21/9/2009, 14:22
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