SOLIDARIETA’ A “REPORT”
La trasmissione “Report” del 18 marzo 2009, condotta da Milena Gabanelli col titolo “I Vicerè”, avente per argomento il “caso” Catania, ha avuto l’effetto, prevedibile, di uno shock su tutti i cittadini che l’hanno visto. Uno shock diversificato, però. Una parte, confermata in quello che già si sa (ossia nel fatto che nella città esiste un potere pervasivo e corrotto, che lascia la cittadinanza in condizioni di disastro civile e amministrativo), ha soltanto aggiunto un tassello alla sua sorda e depressa indignazione. Un’altra parte, invece ha subito aderito all’opinione guidata dall’Organo del pensiero unico catanese, il quotidiano “La Sicilia”, sul quale i principali giornalisti e molti collaboratori “di prestigio” hanno intonato a più voci il ritornello, già sentito e trito, di un attacco deliberato alla città, di un assalto all’arma bianca e indifferenziato, che mira a far di ogni erba un fascio e a nascondere ciò che di buono ci sarebbe nella nostra città.
Il saggio indica il cielo e lo stolto guarda il dito.
Il solito coro corporativo e difensivo, che mette assieme opinionisti di destra e intellettuali di sinistra, funzionale alla permanenza degli assetti di potere politico economico e mafioso (perché sì, c’è anche quello), e bisognoso della compartecipazione subordinata del “popolo”.
“Report”, a quanto si sa, avrebbe subito l’ennesima richiesta di azione giudiziaria.
Pensiamo invece che la trasmissione sia stata ottimo esempio di giornalismo d’inchiesta - ne sono dimostrazione i servizi sulle disastrose condizioni dei quartieri popolari e la puntuale ricostruzione della vicenda che ha colpito la famiglia del commissario Montana, alla quale manifestiamo la nostra vicinanza – e che la realtà sia peggiore di quanto apparso nel reportage.
Disincantati ma non disposti ad allinearci al pensiero unico, convinti che Catania non sia affatto denigrata sol perché la sua classe dirigente appare nella pessima luce in cui merita di apparire, noi non ci riconosciamo nel gruppo degli scontenti e degli offesi, e non ci stracciamo le vesti di fronte a un’operazione di verità.
Esprimiamo anzi la nostra completa solidarietà a “Report” e ai suoi giornalisti, e ci auguriamo che altre impietose inchieste sui “palazzi” pubblici e privati, di questa e di altre testate, contribuiscano a dare la giusta immagine della città e a scuotere le coscienze dei suoi cittadini.
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