teatro del canovaccio

Stagione 2010/1011, Abbonati!

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eliana8
view post Posted on 18/10/2010, 01:41




Dal 25 al 28 Novembre
HINKEMANN, IL MUTILATO

Tragedia sociale di Ernst Toller, scritta tra il 1921 ed il 1923 nel carcere di Niedenschoenenfeld, dove lo scrittore bevarese scontava cinque anni di reclusione causati dall'adesione alla “rivoluzione di novembre” bavarese. L'opera è un appassionato esempio di teatro espressionista tedesco di cui l'autore fu uno dei massimi esponenti; quella stagione del teatro tedesco è interessante,ad una rilettura aggiornata, proprio per le possibili analogie con la nostra fase storica e con la realtà italiana. Il tema principale è la totale disillusione del protagonista nei confronti di qualsiasi ideale di progresso sociale all'interno di una società di massa; il testo di Toller offre un'analisi della nostra condizione umana così dominata dal conformismo di valori e idee ridotte al rango di credenze e superstizioni, ed una riflessione sui costanti rapporti tra cultura di massa e semplificazione autoritaria, rapporti destinati a renderci infelici. Nella nostra versione il testo subisce una dichiarato adattamento ai giorni nostri in un contesto “europeo” ossia ormai compiutamente sovranazionale, pur nel mantenimento di tutte i capisaldi drammaturgici dell'originale. Lo spettacolo si avvale di proiezioni video. Primo capitolo di una trilogia dedicata all'espressionismo tedesco. Sette attori in scena dell'ensemble del teatro del Canovaccio di Catania.


dal 16 al 19 Dicembre
CICALE SCOPPIATE ovvero Work in Shop

Gioco teatrale in cui i protagonisti sono due attori che devono mettere in scena uno spettacolo sull'amore. Non è facile mettere in scena l'Amore: si rischia sempre di cadere nelle trappole della retorica, della banalità, del già visto, del già detto. E allora perché non giocare proprio con i luoghi comuni dell'amore? Con le banalità dell'amore? Con la retorica dell'amore? A questo si aggiunge, inaspettato, un improbabile regista la cui voce (Roberto Spicuzza) irrompe improvvisamente costringendoli a seguire le sue direttive in questo percorso interpretativo, seguendoli passo passo nei vari giochi teatrali, fino ad arrivare alla presa di coscienza dell'impossibilità e della difficoltà di un'operazione del genere che lo porterà irrimediabilmente alla follia.
A metà fra "Frammenti di un discorso amoroso" di Roland Barthes e "Esercizi di stile" di Raymond Queneau, questo spettacolo si diverte a portare per mano i due attori all'interno di situazioni, personaggi e stili teatrali in un crescendo di gag esilaranti ed estenuanti situazioni di coppia, proprio come due cicale che friniscono instancabilmente per amore... fino a scoppiare!


dal 27 al 30 Gennaio
WORD IN PROGRESS - Il gioco delle parole in divenire

WORD IN PROGRESS può essere considerato il frutto di un divertentissimo percorso di sperimentazione linguistica sui motivi e sui temi fondamentali della comicità italiana ed europea.
Si tratta di uno spettacolo/recital intenso ed imprevedibile, un gioco linguistico accompagnato dalla musica, di grande effetto sul pubblico, condotto dalla compagnia ad un ritmo sostenuto ed incalzante. Sketches comici ed esilaranti, dialoghi serrati, giochi di parole, virtuosismi linguistici. Un “divertissement” senza tempo, insomma, che restituisce al pubblico divertimento e buon umore. Word in progress trova la sua principale ispirazione nei classici della comicità e della letteratura di tutti i tempi: Achille Campanile, Edoardo Sanguineti, Karl Valentin, Raymond Queneau, Monty Phyton. Alle prese con incontri, scontri, tormentoni, equivoci d’ogni tipo, gli attori tessono una fitta trama di relazioni, scambi, confronti, servendosi della forza comica dei loro tanti personaggi e di tutto quel patrimonio comico/grottesco che va dall’avanspettacolo italiano alla comicità inglese.
Lo spettacolo è contrappuntato dalle musiche eseguite dal vivo dal ragusano Gianni Celestre, sensibile ed eclettico pianista. Word in progress è un potente strumento di gioco, di cui ci serviamo per smontare e rimontare le sequenze del reale: il linguaggio, i significati, gli usi, le situazioni di vita; permette di riempire gli schemi rigidamente prefissati e scoprire così risorse ed energie latenti. Nel cerchio infinito delle dimensioni/situazioni della vita si svolge il dramma, l’equivoco, l’inganno, la sconfitta, ma anche la definitiva vittoria delle debolezze umane, sempre ricco territorio di riflessione, di grottesco ed ironia.


dal 17 al 20 febbraio
LUNGO PRANZO DI NATALE

La parola “saga” è un termine molto usato in letteratura quando si vuole narrare la storia, di sapore epico, delle vicissitudini raccontate nel tempo di famiglie che hanno dato un senso politico, sociale, drammatico o tragico nel ricordo di chi vive o di chi immagina. Thorton Wilder, autore americano della prima metà del novecento, ci consegna varie testimonianze sulla narrazione teatrale che riguarda la vicenda di certa storia americana ma affettuosamente allargata a tutti i luoghi e tutti i tempi. Ne “Il lungo pranzo di natale” è raccolta la storia di novant’anni della famiglia Bayard scandita nel tempo dai pranzi del giorno di natale. Wilder fu uno dei più convinti esecutori, insieme a Elia Kazan, Williams e Miller, del pensiero scenico e interpretativo di Stanislavskj, innovatore dell’attore moderno e della sconvolgente verità assoluta dell’uomo che soffre la rappresentazione dell’esistenza.


dal 17 al 20 Marzo
DUE BIGLIETTI PER L'AMLETO

"Due biglietti per l'Amleto si può considerare una comica alla Stanlio ed Ollio: con gli stessi ritmi e la stessa atmosfera surreale, da disegno animato. Lo spettacolo ripercorre alcuni dei testi più famosi di KARL VALENTIN, autore tedesco degli anni venti del secolo scorso che, con la sua clownerie metafisica, ha inventato quello che decenni dopo sarebbe stato chiamato teatro dell'assurdo: Il proiettore aggiustato; Nel fienile; Andare a teatro; Dove sono i miei occhiali; L'anello di brillanti; La lepre arrosto; Il teatro dei giardinieri; L'acquario. Tra questi, si inseriscono due brani originali di Federica Bisegna. Al centro della storia i preparativi di due stralunati coniugi, Klara e Stanislao, nonché delle loro due inopportune vicine di casa, per andare a vedere un’improbabile tragedia shakespeariana. In un teatrino scalcagnato, intanto, fervono i preparativi per il debutto dell’opera, ma l’iracondo direttore si dispera per l’incapacità dei suoi due allampanati macchinisti. Finalmente si apre il sipario su “Amleto, pantomima autoptica”, corto teatrale che ispira il titolo di tutto lo spettacolo e che nel 2008 ha valso alla Compagnia G.o.D.o.T. di Ragusa la segnalazione per la massima originalità al Festival Internazionale di Regia “Fantasio Piccoli”, al Teatro Bellini di Palermo".


dal 7 al 10 Aprile
DAGLI ALL’UNTORE

Fu, “dagli all’untore”, il grido della caccia all’uomo che gente scalmanata e imbestialita rivolgeva a quei malcapitati che, durante la peste di Milano nel ‘600, erano sospettati di ungere con unguenti pestilenziali e satanici le mura e le porte delle case. E’ famoso il racconto di quella micidiale e mortale malattia nel romanzo “I promessi sposi” di Alessandro Manzoni. Ma nel 1600 anche la Sicilia fu vittima di tante malattie assassini tra le quali, terrificante, la peste.
Un commissario della salute e un vecchio brigante si trovano a misurarsi in un momento storico di orrendo senso del terrore: obbedienza cieca al nulla e grottesca volontà di cavarsi dalle colpe.
I valori della vita contrabbandati dall’ipocrisia danno il senso a uno scontro in cui vincitori e vinti non riescono a sottrarsi all’umana insipienza e a un patteggiamento fuori dalla ragione.


dal 26 al 29 Maggio
FRATELLI D'ITALIA, DOV'E' LA VITTORIA?

“Per liquidare i popoli... - scrive Milan Kundera ne "Il libro del riso e dell'oblio" - ...si comincia con il privarli della memoria. Si distruggono i loro libri, la loro cultura, la loro storia. E qualcun altro scrive loro altri libri, li fornisce di un’altra cultura, inventa per loro un’altra storia. Dopo di che il popolo incomincia lentamente a dimenticare quello che è stato.” Ma se è vero come è vero che la storia la scrivono i vincitori, è altrettanto vero che le bugie, per quanto ben architettate, hanno le gambe corte e a lungo andare, fanno fatica a stare al passo con la verità che nel frattempo incalza. “Lo stato italiano... - scriveva Gramsci su "Ordine Nuovo" - ...è stato una dittatura feroce che ha messo a ferro e fuoco l’Italia meridionale e le isole squartando, fucilando e seppellendo vivi i contadini poveri, che scrittori salariati tentarono di infamare col nome di briganti”. E se ripercorrendo la storia, scoprissimo che Garibaldi non è stato l'eroe che ci hanno fatto osannare, che l'Unità d'Italia si è ottenuta col sangue e sulla pelle dei meridionali, che la spedizione dei mille è stata finanziata dalle massonerie e coadiuvata dalle mafie, che i piemontesi non ci hanno liberato ma colonizzato, che i Savoia hanno ripulito le nostre casse, che Vittorio Emanuele II non era un galantuomo com'è stato dipinto dagli storici di regime ma un lestofante, che i sabaudi sono stati i precursori del nazismo inventando i lager per i meridionali ribelli e le vasche di calce per scioglierci dentro i cadaveri dei reclusi, cosa accadrebbe? Probabilmente la cosa potrebbe sconcertare disorientare, sconvolgere. Ma la verità non deve fare paura, perché la verità rende liberi, non discrimina, non ha titoli, non chiede referenze, non è razzista, né classista, né snob, non è bigotta, non è leziosa, non fa distinzioni di religione, non ha non ha colore politico, non è di destra, né di sinistra, non si compra, non si affitta, non si vende, non si presta, non è proprietà privata, la verità è un bene che appartiene a tutti: nord e sud, ricchi e poveri, vincitori e vinti.








 
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