teatro del canovaccio

Riflessioni sulla libertà...

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eliana8
view post Posted on 21/10/2010, 04:10




Qualche tempo fa alla mia coinquilina hanno regalato un pappagallo. Eravamo sempre attorno a lui a coccolarlo ad accarezzarlo a parlargli per farlo abituare alla nostra presenza alla nostra voce. Ma non riuscivo a sopportare il fatto che fosse sempre chiuso in gabbia. Così un giorno, ad insaputa della mia amica sorella (che era a lavoro), appurando che ormai da tempo Pepé (così si chiama il pappagallo) non aveva più paura delle nostre mani (anzi era lui stesso che cercava il contatto) ebbene, quel giorno l'ho tirato fuori dalla gabbia. E' quasi impazzito, ha cominciato a urlare... ehm volevo dire fischiare, come se lo stessi sgozzando ed è rientrato immediatamente nella sua prigione. Aveva paura della libertà! Sembra assurdo ma in fondo non è difficile da comprendere. E' nato e cresciuto dentro una gabbia e quando per la prima volta ha visto l'orizzonte senza quelle sbarre davanti, ha avuto paura e si è ritirato nel suo piccolo mondo fatto di certezze.

...l'episodio mi ha turbata, ma mi ha dato l'occasione per riflettere su un fenomeno al quale assistiamo ogni giorno. Anche l'uomo vive nella stessa condizione del pappagallo. La maggior parte della gente ha paura della libertà! Se gli prospetti un cambiamento, anche dopo avergli dimostrato scientificamente che dopo starà meglio, lui continuerà a perseverare e a vivere la sua vita da recluso, fatta sì di cose orribili ma almeno certe, conosciute, sperimentate.

Lo dimostra il fatto che ormai la gente non si indigna più, non si scandalizza più, non alza più la testa (come invece invita a fare Piero Ricca). Se domani uscisse un video inconfutabile che mostra chiaramente Berlusconi con una pistola in mano che uccide un uomo, ci sarebbe sempre una buona parte di gente pronta a negare l'evidenza, a sminuire l'accaduto, a giustificarlo, a votarlo. La gente preferisce non pensare a come si starebbe meglio in un altro tipo di società perché la merda nella quale vive gli sembra più rassicurante... almeno ne conosce già il fetore.

Lo scandalo della galbani (che rimescolava nei suoi impasti formaggi scaduti) non ha fatto registrare un calo delle vendite... perché galbani vuol dire fiducia! E la gente preferisce sapere che mangia una schifezza ma di marca piuttosto che un buon formaggio biologico di una azienda sconosciuta.

Se spieghi ad una persona che la barilla produce alimenti insani perché non tiene conto dei valori nutrizionali e utilizza ingredienti di scarsissima qualità... quella persona non cambierà le sue abitudini e continuerà a comprare barilla per lei e i suoi cari, perché dove c'è barilla c'è casa!

Quando Grillo, diversi anni fa, smascherò pubblicamente le truffe Omnitel (oggi Vodafone), la gente continuò lo stesso a comprare telefonini Omnitel.

Se dici alla gente che esistono delle precauzioni per prevenire l'alzheimer, non le prenderà nemmeno in considerazione e nemmeno si documenterà al riguardo, perché ha più paura delle precauzioni che della malattia stessa. Perché documentarsi equivarrebbe a farsi delle idee, ad avere delle opinioni proprie, a coltivare dei dubbi, a far sorgere uno spirito critico e a immaginarsi senza quelle sbarre dentro le quali invece si sente pensata.

Parecchi anni fa, durante un'omelia, mio zio Giuseppe, un sacerdote straordinario ed estremamente colto (e al quale sono molto legata) disse che "la gente non pensa più, ma è pensata". Qualche giorno fa Auro Franzoni, un attore di quelli con la A maiuscola oltre che una persona con una cultura elevatissima, mi ha ripetuto le stesse parole: "noi siamo già pensati". Ed è proprio così! Qualcuno ha già deciso per noi i nostri gusti, le mode che seguiremo, le trasmissioni che guarderemo, i politici che voteremo, gli eroi che esalteremo, i cibi che mangeremo, gli ideali in cui crederemo, i giornali che leggeremo e quelli che contesteremo, perfino le malattie che avremo e la morte che faremo. E solo il pensiero di vivere in libertà senza carcerieri che ci circondano e che fanno le scelte al posto nostro... non solo fa paura, ma comporta maggiore dispendio di energia e ci costringerebbe ad assumerci la responsabilità di fare delle scelte con la nostra testa. Viviamo la nostra vita come un viaggio organizzato! E' tutto molto più facile quando tutto è già programmato, stabilito, pianificato e, piuttosto che lasciarci sorprendere dalla vita, scegliamo la certezza di una morte decisa da altri.

Ecco perché quel pappagallo preferisce continuare a vivere in prigione. Ecco perché la gente non si irrita se Berlusconi "stupra la democrazia" ma si irrita se Di Pietro lo fa presente. Ecco perché la gente non si indigna nemmeno di fronte alla condanna di Dell'Utri per concorso esterno in associazione mafiosa... del resto non è così grave, il concorso, in fondo, è esterno!!!




Edited by eliana8 - 24/10/2010, 03:23
 
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fixaccio
view post Posted on 22/11/2010, 19:58




CITAZIONE (eliana8 @ 21/10/2010, 04:10) 
Qualche tempo fa alla mia coinquilina hanno regalato un pappagallo. Eravamo sempre attorno a lui a coccolarlo ad accarezzarlo a parlargli per farlo abituare alla nostra presenza alla nostra voce. Ma non riuscivo a sopportare il fatto che fosse sempre chiuso in gabbia. Così un giorno, ad insaputa della mia amica sorella (che era a lavoro), appurando che ormai da tempo Pepé (così si chiama il pappagallo) non aveva più paura delle nostre mani (anzi era lui stesso che cercava il contatto) ebbene, quel giorno l'ho tirato fuori dalla gabbia. E' quasi impazzito, ha cominciato a urlare... ehm volevo dire fischiare, come se lo stessi sgozzando ed è rientrato immediatamente nella sua prigione. Aveva paura della libertà! Sembra assurdo ma in fondo non è difficile da comprendere. E' nato e cresciuto dentro una gabbia e quando per la prima volta ha visto l'orizzonte senza quelle sbarre davanti, ha avuto paura e si è ritirato nel suo piccolo mondo fatto di certezze.

Vero. Vale per la politica, per i rapporti sociali, per quelli affettivi.
Un Abbraccio!
 
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1 replies since 21/10/2010, 04:10   83 views
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