teatro del canovaccio

Cicale scoppiate

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eliana8
view post Posted on 12/1/2011, 03:13





A dicembre è andato in scena al Teatro del Canovaccio il secondo spettacolo in cartellone della stagione 2010/2011 "Cicale scoppiate" con Paolo La Bruna e Virginia Alba che è anche autrice e regista del lavoro.
Ho un ricordo vividissimo del talento straordinario di Virginia quando venne la prima volta al Canovaccio... Purtroppo in questa occasione io non c'ero perché ero fuori Catania, ma i "cuttigghi" (i pettegolezzi) hanno attraversato lo stretto e mi hanno raggiunto fino a Siena: lo spettacolo ha riscosso larghi consensi ed è piaciuto moltissimo a tutti: uomini, donne, critici e perfino addetti ai lavori... (come del resto prevedevo avendo già avuto modo di apprezzare il suo genio e la sua sagacia!) Da donna e da siciliana mi sento doppiamente orgogliosa di questa artista raffinata e completa.
Vi posto questa recensione dello spettacolo pubblicata su Scenario

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AMORE & TEATRO (AL CANOVACCIO DI CATANIA, "LE CICALE" DI VIRGINIA ALBA)

Cicale Scoppiate.
Testo e regia: Virginia Alba
Con: Virginia Alba e Paolo La Bruna. Al Teatro del Canovaccio di Catania

Catania- Il sommo Dante nel canto quinto (Paolo e Francesca) per scrivere con la “A” maiuscola la parola amore si ingegnò di iniziare la terzina con “l’amato” vocabolo, per tre volte. Nella graziosa e ricchissima cartolina (di presentazione) che ci fornisce l’Autrice, abbiamo contato 16 volte l’uso con la “A” maiuscola della stessa parola. Addirittura Dante Alighieri! Non si esagera affatto scoprendo che, ancor oggi, sopravvive qualche essere umano che ci ricorda che l’Amore muove il sole e l’altre stelle.

Cicale scoppiate, già dal titolo, ci offre un testo veramente inedito con una ricerca e padronanza linguistiche di rara perspicacia, con giochi di parole ed eleganti doppi sensi che ne fanno un esilarante piccolo capolavoro, un’opera padrona del significato e del significante, degna dei migliori teatri d’Italia. Il testo viene consolidato dai due attori in scena che mostrano un affiatamento che fa apparire come se già fossimo sul finire di una lunga tournee (che auspichiamo), quella che, in realtà, è solo una seconda piazza.

Come gli scienziati con le cicale (tra le tante citazioni nello spettacolo, graziosa quella degli antichi filosofi che immaginavano tali amorevoli insetti nutrirsi di rugiada), Virginia Alba viviseziona in modo sagace tutte le possibili variabili e ruoli dell’innamoramento, giocando in un infinito gioco degli specchi con la vita ed il teatro (i teatri), assegnando a ciascun aspetto dell’amore una varietà di rappresentazione (teatro, teatro sperimentale, cabaret, fiction, rap, ecc.)- e dimostrando, entrambi gli attori, una ottima padronanza di ogni registro.

Uno spettacolo leggero e profondo, giocato su tutti i fronti, come fanno i grandi campioni di scacchi su più tavoli, vincendo tutte le partite. Un lavoro serio e bizzarro, rilassante ed inquietante, dolce ed amarissimo, soprattutto per chi, in là con gli anni, ha giocato, nel più bel gioco, un po’ tutti i ruoli.
Anche perché: di cosa parliamo quando parliamo di amore? Forse parliamo di teatro. In questo caso è teatro, certamente.

Francesco Nicolosi Fazio



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