teatro del canovaccio

E' FEMMENE SO' BELLE, di Mario Spolidoro

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eliana8
view post Posted on 6/4/2007, 22:31




Dalla Campania torna il simpaticissimo Duo Salernitano (Mario Spolidoro e Gabriele D'Antonio) con l’esilarante spettacolo: ‘E FFEMMENE SO’ BELLE. Macchiette napoletane, umorismo e tanta buona musica dal vivo “in un’atmosfera da Cafè Chantant-Varietè-Avanspettacolo con un trait d’union di riflessioni di Varia Umanità “. “Il tema sono le donne: donne belle e brutte, che fanno sognare, pensare e qualche volta anche arrabbiare. Eppure non diventano mai un’ossessione ma sono bensì il motivo di riflessione da parte di uomini soli sull’altra metà del cielo…”

Su una spiaggia, un intellettuale tronfio e svampito e un gelataio dal sano buonsenso, raggiunta anagraficamente l’età della ragione, discorrono dell’universo femminile, a loro così ostile e incomprensibile. Sono soli, e il fuoco della macchietta, della canzone arguta e d’avanspettacolo, sicuramente comica ma anche densa di drammatica e paradossale saggezza, gli illumina il cammino.

"…Con ‘E ffemmene so’ belle Mario Spolidoro e Gabriele D’Antonio è agreeable, cioè semplice, garbato, misurato, mai volgare e, soprattutto molto divertente..."
( Dario Riccardi - attore, regista)

Per chi ha perso lo spettacolo e vuole vederlo, ma anche per chi lo ha già visto e vuole riassaporarlo:
dal 13 al 14 aprile ore 21,00 e domenica 15 aprile ore 18,00, al Teatro del Canovaccio, ‘E FFEMMENE SO’ BELLE. Prenota in tempo.



recensione di Carmelita Celi

Tu chiamale, se vuoi, trasgressioni. Ed era trasgressiva eccome la "macchietta" dell'altro Secolo: il vivificatore se non l'inventore di quel geniale monologo musicale, Nicola Maldacea, si esibiva nell'ultima decade dell'Ottocento e con lui sarebbero venuti, in crescendo, Fregoli e Petrolini dalla Citta' Eterna e dal pianeta Napoli il "re" Nino Taranto, complici i grandi poeti del momento, da Salvatore Di Giacomo a Trilussa e Rocco Galdieri e Ferdinando Russo. Licenziose, insinuanti, allusive: le "macchiette" facevano una comicità dalla cintola in su epperò concentratissima dalla cintola in giù. «Dentro l'amido si mette/ é il rimedio più sicuro/ così almeno resta duro/ otto giorni e anche di più». Ottonari o endecasillabi ma con l'obbligo della rima a cui spettava il grato compito di scorticare doppi sensi: «Mo' me faccio un solitario» si dice in «Agata», quanto basta per far impallidire «È partita la mia mano» del Dalla di "Disperato-erotico-stomp" venuta molto ma molto tempo dopo.
Pezzi d'antologia come "Agata", appunto (che miracolo di licenziosità quello "Stupisci!" di Taranto, detto a mani spioventi come ad indicare altra specie ittica) o la celeberrima "Pansé" sono a portata di spettacolo, al Teatro del Canovaccio, che ancora oggi alle 21 e domani alle 18 e alle 21, presenta «'E femmene so' belle» (elucubrazioni dall'Iperuranio macchiettista) di e con Mario Spolidoro e con Gabriele D'Antonio.
Una spiaggia appena accennata (sedia a sdraio, ombrellone e buvette) per parlare tanto di loro, 'e femmene, in lingua salernitana dai toni più asciutti e meno goderecci del napoletano. Da un canto il classico "maître-à-penser" (Spolidoro) che parla e sparla di "elezioni anticipate" (ma fate conto che a pronunciarlo sia un cinese), dall'altro un gelataio-pianista (D'Antonio) che te le suona tutte, "Laggiù sul Nilo blu", "Creola", "Ciccio Pasticcio", e... "Ti darò quel fior dallo strano odor/ Tu lo cogli oggi ma rispunta l'indoman". La confezione é deliziosa, la "scaletta" di buon gusto (80' tra prima e seconda parte, bastava "rifilare" appena per avere un tempo solo da sorbire d'un fiato come una cremolata): Spolidoro e D'Antonio non hanno la tracotanza di "Adesso vi spiego il teatro napoletano", anzi, a quell'Arte si avvicinano con rispetto e la conservano con classe e dedizione.
«L'albero maestro bruscamente m'afferro'...E trovai la rotta ma era rotta assai...». Questo già all'epoca, anzi Belle Epoque. Mezzo secolo più tardi, invece, una Rai baciapile e dorotea metteva all'ostracismo il "Tua, tra le braccia tue" di Jula De Palma. Tu chiamali, se vuoi, bacchettoni.
(Carmelita Celi)



La Buona Compagnia
Fondata nel 2002, la Buona Compagnia, è formata da giovani e validi artisti salernitani con esperienze pluriennali nelle più varie discipline artistiche. Ha sinora messo in scena, riscuotendo ‘ovunque’ entusiastici consensi, gli spettacoli ‘E ffemmene so’ belle e I Briganti Musicanti. Ha realizzato il cortometraggio Ce la faccio! ed è prossima la prima rappresentazione de La Passione secondo Gennaro e de Lo sbarco di San Matteo.


Mario Spolidoro, nato a Salerno nell’estate del ‘66, ha intrapreso la sua attività artistica cantando nel coro polifonico Laeti Cantores interpretando tra l’altro, in qualità di basso solista, il Festino del giovedì grasso di Banchieri. Nel 1993 è tra i fondatori del gruppo folk-rock multimediale Fuorni vincitore della manifestazione Sotto tiro ’97, e del gruppo macchiettistico babà. Ingegnere, abilitato all’insegnamento della matematica applicata, consegue nel 2000 il diploma di mimo presso la scuola di Michele Monetta. Parla inglese e spagnolo e suona la chitarra, l’organetto diatonico, la zampogna e vari altri strumenti a fiato (chalumeau, sax soprano, flauto dolce ecc.) Appassionato nuotatore di fondo e amante dei balli e dei viaggi in terre lontane, da alcuni lustri esercita la professione di zampognaro (in tale veste è stato più volte ospite delle reti televisive nazionali ed ha partecipato all’ultimo film interpretato da Pupella Maggio Fate come noi). Nel 1998 suona come organettista con il tammorraro Ugo Maiorano. Successivamente e fino al 2001 lavora come attore musicista con Michele Monetta negli spettacoli la ballata di Pinocchio di Compagnone e il Cielo Obliquo tratto da Antonin Artaud. In qualità di mimo interpreta: Faccenda in Livietta e Tracollo e Vespone ne la Serva Padrona, opere di Pergolesi per la regia rispettivamente di Mico Galdieri e Michele Monetta. Dal 1999 collabora con l’attore regista e autore siciliano Vincenzo Pirrotta per il quale scrive ed esegue le musiche di scena in vari spettacoli: n’gnanzou’, il tesoro della zisa, la fuga di Enea e, assieme al gruppo Melisma, la morte di Giufà. Nel 2001 interpreta don Felice nella morte int’o lietto e don Felice di Petito per la regia di Pasquale de Cristofaro e l’allegria dell’orco di Luigi Compagnone per la regia di Michele Monetta. Nel 2002 fonda ‘La Buona Compagnia’ e scrive dirige e interpreta lo spettacolo ‘e ffemmene so’ belle. Dal 2003 suona con i Melisma nello spettacolo Malaluna di e con Peppe Lanzetta e Vincenzo Pirrotta per la regia di Pasquale De Cristofaro. Nel 2004 suona nell’orchestra Akroaterion, diretta da Roberto Marino, nello spettacolo L’uomo che scambiò sua moglie per un cappello di Oliver Sacks, diretto e interpretato da Nuccio Siano e, assieme ai Melisma, mette in scena lo spettacolo Giochi di Antonio Petti per la regia di Pasquale De Cristofaro. Nello stesso periodo è sceneggiatore e regista del cortometraggio Ce la faccio!; scrive, inoltre, lo spettacolo, La Passione secondo Gennaro di cui curerà poi la regia per l’interpretazione di Antonello De Rosa. Nel 2005 mette in scena I Briganti Musicanti di cui è autore, compositore delle musiche, regista e interprete. Tale spettacolo risulta vincitore, nell’ambito della IX edizione della manifestazione Teatro in Sala, dei seguenti premi: migliore spettacolo, migliore spettacolo per il pubblico delle associazioni e miglior testo inedito.
Nell’aprile 2005 scritturato dall’INDA per il XLI ciclo di rappresentazioni classiche nel teatro greco di Siracusa, è compositore, musicista e corista nello spettacolo ‘O Ciclopu per la regia di Vincenzo Pirrotta.
Da tempo fa parte, come suonatore di banjo e di grancassa, della Salerno Street Parade (musica jazz prima maniera) e collabora col gruppo musicale Melisma.


Gabriele D’Antonio si è diplomato a pieni voti in pianoforte presso il Conservatorio di Salerno ed ha conseguito, presso il Conservatorio Cimarosa di Avellino, il diploma in Didattica della Musica. Musicoterapista, pluristrumentista (suona anche basso, batteria e fisarmonica) è laureando in Lettere e Filosofia ed è appassionato di agricoltura biologica. E’ stato animatore e pianista di piano-bar presso numerosi villaggi turistici. Ha fatto parte come tenore del coro polifonico Jacopo Napoli di Cava de’ Tirreni (SA) e come tenore e organista del coro polifonico Laeti Cantores di Salerno. Pianista del gruppo Napoli in Concerto, tastierista e fisarmonicista dei Fuorni, pianista e macchiettista nei babà, attualmente suona le tastiere nel gruppo beat Tony Borlotti e i suoi Flauers con il quale ha suonato in numerosi festival e ha realizzato un EP, un LP con l’etichetta teen sound e un CD con l’etichetta giapponese Sazanami. Come attore, ha intrapreso la sua attività nella compagnia dei Guitti di Salerno, diretto da Sergio Solli interpretando il Maestro di Musica nel Sik sik artefice magico di E. De Filippo e Puparuolo nell’ Ultimo Scugnizzo di Viviani. Collabora da sempre con Mario Spolidoro ed è membro della ‘buona compagnia’

NB. Domenica 15 aprile, il Teatro del Canovaccio mette in scena ben due spettacoli: alle 18,00 "'E FFEMMENE SO' BELLE" e alle 21'15 "L'AMANTE DI GRAMIGNA"... chi prenota per entrambi gli spettacoli avrà diritto al ridotto.

Ridotto anche per i gruppi composti da minimo 7 persone!



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Edited by eliana8 - 8/4/2007, 05:33
 
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