| Il conto alla rovescia è partito, tra non molto cominceranno in tutta Italia le celebrazioni per i 150 anni di Unità. Io per l'occasione sto scrivendo un testo teatrale che andrà in scena a fine maggio al Teatro del Canovaccio dal titolo "Fratelli d'Italia, dov'è la vittoria?"...
Il titolo è abbastanza chiaro e riassume in poche parole la mia posizione al riguardo. Avrei potuto chiamare il mio copione "150 anni di bugie" (o "150 anni di minchiati", per dirla alla catanese), ma alla fine ho optato per un titolo che non suonasse come un verdetto.
Vi ripropongo le note di presentazione dello spettacolo:
"Per liquidare i popoli... - scrive Milan Kundera ne "Il libro del riso e dell'oblio" - ...si comincia con il privarli della memoria. Si distruggono i loro libri, la loro cultura, la loro storia. E qualcun altro scrive loro altri libri, li fornisce di un’altra cultura, inventa per loro un’altra storia. Dopo di che il popolo incomincia lentamente a dimenticare quello che è stato.” Ma se è vero come è vero che la storia la scrivono i vincitori, è altrettanto vero che le bugie, per quanto ben architettate, hanno le gambe corte e, a lungo andare, fanno fatica a stare al passo con la verità che nel frattempo incalza. “Lo stato italiano... - scriveva Gramsci su "Ordine Nuovo" - ...è stato una dittatura feroce che ha messo a ferro e fuoco l’Italia meridionale e le isole squartando, fucilando e seppellendo vivi i contadini poveri, che scrittori salariati tentarono di infamare col nome di briganti”. E se ripercorrendo la storia, scoprissimo che Garibaldi non è stato l'eroe che ci hanno fatto osannare, che l'Unità d'Italia si è ottenuta col sangue e sulla pelle dei meridionali, che la spedizione dei mille è stata finanziata dalle massonerie e coadiuvata dalle mafie, che i piemontesi non ci hanno liberato ma colonizzato, che i Savoia hanno ripulito le nostre casse, che Vittorio Emanuele II non era un galantuomo com'è stato dipinto dagli storici di regime ma un lestofante (tra l'altro anche sgrammaticato), che i sabaudi sono stati i precursori del nazismo inventando i lager per i meridionali ribelli e le vasche di calce per scioglierci dentro i cadaveri dei reclusi, cosa accadrebbe? Probabilmente la cosa potrebbe sconcertare disorientare, sconvolgere. Ma la verità non deve fare paura, perché la verità rende liberi, non discrimina, non ha titoli, non chiede referenze, non è razzista, né classista, né snob, non è bigotta, non è leziosa, non fa distinzioni di religione, non ha non ha colore politico, non è di destra, né di sinistra, non si compra, non si affitta, non si vende, non si presta, non è proprietà privata, la verità è un bene che appartiene a tutti: nord e sud, ricchi e poveri, vincitori e vinti.
Edited by eliana8 - 15/2/2011, 03:58
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